Come nasce un disco?

« Older   Newer »
  Share  
DanieleGraf
view post Posted on 3/5/2010, 13:45




Come nasce un disco

Non basta l'artista, non basta l'ispirazione: la musica che ascoltiamo è frutto di un lavoro collettivo complesso e sfuggente. Nasce in posti pensati ad hoc, segue un iter preciso, viene curata e coccolata da figure professionali a metà tra il tecnico e lo sciamano. Scopriamo quali sono i luoghi, le persone e i processi che portano un disco dalla mente dell'artista al nostro orecchio.

image
L'interno di uno studio di registrazione. I pannelli sulle
pareti evitano la formazione di echi e riverberi.
Un glossario di tutti gli strumenti che si trovano in sala
di registrazione lo trovi nell'ultima pagina di questo
speciale.
«La canzone più bella la puoi scrivere quando va via la luce e ti ritrovi al buio davanti al piano». Ce lo racconta Samuele Bersani, per riassumere quanto la creatività non abbia troppi vincoli fissi da rispettare per esprimersi al meglio. Un motivo nasce dal nulla, in tour, al bar, appena svegliati alla mattina. E poi, una volta 'scritto' un brano? Poi si entra in un mondo affascinante e in gran parte sconosciuto ai non addetti ai lavori, fatto di tecnica e sensibilità umana; di processi standard ma anche di soluzioni improvvisate; di arte e artigianato; di look, strategie e cavilli legali.

Viaggio a puntate
Inizia qui, con la prima parte dedicata allo studio di registrazione, l'inchiesta di Focus sui meccanismi che stanno dietro un disco. La seconda parte parlerà della delicata fase della produzione; la terza di altri tre aspetti che conducono alla finalizzazione di un Cd: sound engineering, mixing e mastering. In seguito esploreremo i segreti e le strategie che animano il marketing musicale e della musica digitale.

image

Sir George Martin, al centro con John Lennon, viene
a volte definito come il "quinto Beatles", per il suo
ruolo di produttore del gruppo inglese. La maggior
parte degli arrangiamenti per strumenti orchestrali
venne fatta da Martin in collaborazione con i Beatles.
Per esempio per realizzare Penny Lane Martin lavorò
con Paul McCartney su un assolo di tromba:
McCartney faceva la melodia con le labbra e Martin
la trascriveva su uno spartito.

Un infinito universo di aneddoti
Forse i Beatles non sarebbero oggi ricordati come il più grande gruppo pop della storia se non avessero incontrato lungo il loro cammino George Martin. Fu proprio il produttore a plasmare il loro sound e a renderlo così brillante, accattivante, universale. E a proporre sempre nuove sfide ai 4 di Liverpool in modo che ogni nuovo album fosse molto diverso rispetto al precedente, e sempre un passo avanti. A volte sono gli artisti, obnubilati solo dalle loro idee fisse, a 'limitare' la creatività dei tecnici: la resa sonora di "Nevermind" (1991), pietra miliare del grunge, ai Nirvana non piaceva proprio; furono il produttore Butch Vig e il professionista del mixer Andy Wallace a imporsi e a sfornare un disco ruvido ma radiofonico, che cambierà radicalmente i connotati al rock anni Novanta.

Operai dietro le quinte
Insomma, la creatività è l'ingrediente chiave della musica, ma senza qualcuno che la sappia gestire, rifinire e valorizzare, rischia di andare sprecata. Il bello è che dopo decenni di storia, le tecniche e le "regole" che si sono stratificate non sono mai assolute e intoccabili, ma sempre aperte alla sperimentazione, al rinnovamento, alla creatività. Un gran disco può venire registrato in soli 17 giorni, come "Ramones" dei Ramones (1976), al ritmo di una canzone al giorno e con soli 6.400 dollari (tanto quanto il budget di un rock-party dell'epoca). Ma può anche andare per le lunghe: per "Born To Run" (1975) Bruce Springsteen e la E Street Band impiegarono tre mesi solo per incidere la title track. E la storia del making of musicale dunque non può che essere costituita di tante storie esemplari, di professionisti-pionieri e di aneddoti illuminanti.
 
Top
0 replies since 3/5/2010, 13:45   102 views
  Share